mercoledì 25 aprile 2012



Ormai la cena non esiste più nel mio diario alimentare.
Riesco a rispettare i limiti imposti. Al cibo.

Alla mia testa no. In realtà direi piuttosto i limiti imposti al mio cuore.

"Perché hai aspettato così tanto tempo?"
Solo questo riesco a pensare.
Non posso credere di averglielo detto sul serio.

E' tutto così fottutamente diverso.
E' tutto così fottutamente bello.

Enonvogliovederequellafottutapsicologadomani.
Non voglio sentirmi in colpa perché sto contando tutto in modo ossessivo. Di nuovo.
Non voglio sentirmi in colpa se voglio raggiungere i quaranta kili.
Non voglio sentirmi in colpa perché non voglio accettarmi così.

Va tutto così fottutamente bene.


E non voglio pensare alle cose che dovrei fare.
Studiare di più. Dormire la notte e non il pomeriggio. Mangiare quello che mi ha detto il medico e non continuare a fare di testa mia. Raggiungere almeno le 700kcal.
Nonvogliononvogliononvoglio.


Voglio lasciarmi distrarre da tutto questo.
Da lui, in realtà.
E da nient'altro.


Ho in mente una sola cosa.
I 40, per il 1 giugno.
E devo.
Non posso lasciare che mi vedano, mi vedano, così.
Quel fottuto spazio tra le gambe deve aumentare.
Le costole devono essere più evidenti.
Non voglio perdermi delle fantastiche giornate al mare in sua compagnia solo perché non riuscirei a mettere in mostra quest'ammasso di grasso.

Ho deciso che voglio mettermi in gioco.

Voglio rischiare.
Voglio provare emozioni.
Voglio lasciarmi sopraffare da questi sentimenti.
Voglio legarmi. Con tutte le forze.


Non ho più bisogno di protezione.
Questo grasso non mi serve più.
Mi sono sentita in pericolo e ho cercato nel cibo il mio rifugio.
Ma non è più così.
Nonononono.
Non voglio più essere protetta.
E forse non voglio nemmeno più essere invisibile. Solo a tratti.
"fammi provare a gioire, a gioire come sai fare tu.. fammi fammi provare ad amare"

Voglio mettermi alla prova.
Ecco.

Con lui.
Ecco.



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